Effetti di Industria 4.0 sulle reti

by cclnkadm on 29th August 2013

Alcune settimane fa abbiamo discusso degli effetti di Industria 4.0 sul commercio con l‘Asia. Oggi ci occupiamo degli effetti che questo concetto, e con esso primariamente le tecnologie che ne stanno a fondamento, avranno su reti industriali aperte come la CC-Link.

Di John Browett, General manager CLPA.

Uno dei maggiori effetti di Industria 4.0 è la crescita significativa delle sfide poste alle reti industriali. Ci confronteremo con una quantità di dati in crescita esponenziale che farà sì che, in sistemi di produzione in veste di sistemi di visione, elaborazione batch, conformità a direttive, gestione qualità e altri temi, la quantità di dati da processare con tali reti esploderà formalmente.

Come conseguenza risulterà necessaria una larghezza di banda sufficiente per un utilizzo più intensivo. Attualmente la CC-Link IE, unica tecnologia di rete dell’automazione industriale, offre una larghezza di banda di 1 gigabit (1 Gbit/s), essendo così straordinariamente ben equipaggiata per le sfide di Industria 4.0.

Utilizzo intensivo di dati
Per trovare un esempio di applicazioni ad intensità di dati occorre solo avere ben presenti i requisiti del produttore coreano leader di schermi piatti. La sua tolleranza per il cosiddetto “pixel morto” va verso lo zero. Per relativizzare: un moderno schermo HD dispone di oltre 1080 pixel orizzontali e 1920 pixel verticali. Sono 2.073.600 pixel a unità. Nel processo di fabbricazione, ognuno di questi pixel viene singolarmente testato centinaia di volte al giorno per soddisfare i requisiti sotto l’aspetto della qualità e del controllo. È facilmente rilevabile da ciò con quale velocità tali applicazioni generino imponenti volumi di dati.

Un altro esempio è l’industria automobilistica globale, che produce innumerevoli combinazioni diverse di modelli di veicoli a velocità incredibile. In uno stabilimento di montaggio si produce solitamente un autoveicolo completo in meno di un minuto.

La produzione di innumerevoli versioni diverse a un tale ritmo richiede un alto grado di flessibilità e una banda larga per padroneggiare le quantità di dati sia per le indicazioni di produzione che per il controllo della qualità. Per la maggior parte dei modelli ci sono oggigiorno, in funzione dei desideri dei clienti, letteralmente migliaia di configurazioni diverse di modello. La cosa si fa ancor più complicata per la procedura non inconsueta di produrre in uno stabilimento di montaggio una varietà di modelli. Evidentemente, questa prassi significa una sfida immane per le reti che forniscono queste informazioni ai nastri di montaggio e che garantiscono di equipaggiare i veicoli giusti con i pezzi giusti.

Aspetti hardware
La mera quantità di dati richiesta dall’Internet delle cose (IoT, Internet of Things) è soltanto un aspetto. Con il tema M2M (macchina a macchina) si pone anche la questione dell’interoperabilità.

Quando nelle nostre fabbriche ci sono soltanto macchine che a loro volta mettono in azione altre macchine, siamo allora ben consigliati se queste macchine possono comunicare validamente tra loro senza problemi di compatibilità.

Per garantire la comunicazione tra la macchina x e la macchina y occorre assicurare che sia seguito un rigido processo di test di conformità. Voi dovete poter contare sul fatto che ogni componente progettata per una rete funzioni anche insieme alla rete.

Proprio per questo motivo, la CLPA dedica gran parte dei suoi sforzi al fine di assicurare test di prodotti di partner conformi agli standard richiesti. Abbiamo messo su una rete globale di centri di test di conformità che garantisce ad ogni partner accesso a laboratori regionali di test di conformità ubicati in posizione conveniente a prescindere dalla sua sede, accelerando così l’ingresso sul mercato di un prodotto.

La validità è indiscutibile: ci sono oltre nove milioni di apparecchiature CC-Link installate, ma la CLPA scopre ogni anno soltanto una manciata di modelli incompatibili.

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